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dai GIORNALI di OGGITerremoto a Sumatra, 3 mila dispersi Il ministro della Salute: 770 morti. Un giovane estratto vivo dalle macerie dopo 40 ore dal sisma frattini conferma: "Nessun italiano tra le vittime" 2009-10-02 |
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per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.corriere.it2009-10-02 frattini conferma: "Nessun italiano tra le vittime" Terremoto a Sumatra, 3 mila dispersi Il ministro della Salute: 770 morti. Un giovane estratto vivo dalle macerie dopo 40 ore dal sisma Soccorsi tra le macerie (Epa) Soccorsi tra le macerie (Epa) PADANG - Sarebbero 3 mila le persone che mancano all'appello e che sarebbero rimaste sotto le macerie nei sei distretti più devastati dal terremoto che martedì ha colpito Sumatra occidentale. È questa la stima diffusa da Rustam Pakaya, capo dell'unità di crisi del ministro della Salute indonesiano, mentre i soccorritori continuano a scavare sotto gli edifici crollati a Padang e in altri centri nella speranza di trovare qualche sopravvissuto. Il ministero degli Affari Sociali ha intanto aggiornato il bilancio delle vittime, con 770 corpi estratti dalle macerie, con 2100 feriti, 400 dei quali in modo grave. Numeri destinati a crescere di ora in ora, mentre l'Onu giovedì parlava di un bilancio, sempre provvisorio, molto più drammatico, con 1100 morti in tutta la provincia.
VIVO - In uno scenario di dolore e devastazione emerge anche qualche buona notizia. Le squadre di soccorso hanno infatti tratto in salvo uno studente diciannovenne, sepolto sotto le macerie di una scuola, dopo circa quaranta ore dal forte sisma di magnitudo 7,6. Ratna Kurniasari Virgo, 19 anni, studente di inglese della scuola di lingue straniere di Prayoga, è stato estratto vivo e cosciente. Il giovane ha riportato diverse ferite non gravi, secondo fonti dell’ospedale dove è stato ricoverato. Il salvataggio ha ridato speranze alle squadre di soccorso impegnate a trovare sopravvissuti tra le migliaia di persone date per disperse. FRATTINI - Intanto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha confermato che "non ci sono vittime italiane" a Sumatra, Samoa e nelle Filippine. "La settimana prossima, fra lunedì e martedì - ha annunciato il capo della diplomazia - partirà il primo aereo italiano verso le Filippine, e ne stiamo organizzando in parallelo un altro per Sumatra". La Cooperazione allo Sviluppo del ministero degli Esteri, ha precisato Frattini, sta lavorando a questo scopo con la Croce Rossa Italiana che è già "disponibile con tre team". Gli aerei porteranno nella regione colpita da tifoni, terremoti e tsunami "beni di prima necessità, indumenti, attrezzature mediche, comprese quelle per la potabilizzazione dell’acqua, e generatori elettrici".
02 ottobre 2009
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REPUBBLICA per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.repubblica.it/2009-10-04 Il bilancio delle vittime del sisma di mercoledì scorso si aggrava almeno 1.100 morti, 2400 feriti sono ricoverati in ospedale Indonesia, 4.000 sotto le macerie Arrivati i primi soccorsi internazionali Si continua a scavare per recuperare i dispersi otto persone vive localizzate sotto le rovine di un albergo Indonesia, 4.000 sotto le macerie Arrivati i primi soccorsi internazionali Soccorritori svizzeri all'opera a Padang Giakarta - Fino a 4.000 persone sarebbero ancora sepolte sotto le macerie dopo la forte scossa di terremoto che ha colpito mercoledì scorso l'isola indonesiana di Sumatra. La stima l'ha fornita El Mostafa Benlamlih, coordinatore degli aiuti umanitari dell'Onu in Indonesia. E l'ha confermata il responsabile in Indonesia della Croce Rossa Internazionale, Bob McKerrow. Il coordinatore dell'Onu ha dichiarato che "si ritiene che la durata massima di sopravvivenza di una persona sotto le macerie dopo un terremoto è di cinque giorni", lasciando intendere che c'è ancora speranza di salvare qualcuno. Proprio a Padang in un albergo, l'Ambacang Hotel, le squadre di soccorso hanno trovato otto persone ancora vive sotto le rovine e stanno cercando di costruire un tunnel per tentarne il recupero. Le vittime. Le autorità indonesiane hanno dichiarato che finora sono 777 i morti accertati. Diversa la stima dell'Onu, che ritiene che le vittime siano 1.100. In ospedale sono ricoverate 2400 persone. I soccorsi internazionali. Sono arrivate intanto in Indonesia le prime squadre di soccorso internazionali. I primi gruppi di provengono da Giappone, Australia, Svizzera, Corea del Sud e Singapore. Sono stati riuniti questa mattina nella residenza del governatore della provincia occidentale di Sumatra per decidere come coordinare la loro azione con i soccorritori già al lavoro. California. Un terremoto di magnitudo 4,9 della scala Richter ha scosso in nottata la California. L'epicentro del sisma, avvenuto alle 3.10 di stamattina ora italiana, è stato localizzato a 11 chilometri a sud della città di Keel
2009-10-02 Mille e cento i morti finora accertati. Il ministro della Sanità "Servono squadre di soccorso". Timore per la situazione sanitaria" Sisma, appello dell'Indonesia "Servono aiuti internazionali" Sisma, appello dell'Indonesia "Servono aiuti internazionali" PADANG (Indonesia) - L'Indonesia ha lanciato un appello alla comunità internazionale affinché invii al più presto delle squadre di soccorso per aiutare le operazioni di ricerca dei dispersi dopo il terribile terremoto che mercoledì ha colpito l'isola di Sumatra. Ieri il coordinatore degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite, John Holmes, ha aggiornato il bilancio delle vittime salito a 1.100 morti. L'emergenza sanitaria. Nella città di Padang, la più devastata dal sisma di magnitudo 7.6 - dove stamattina il presidente Susilo Bambang Yudhoyono e la moglie hanno compiuto un sopralluogo - la situazione sanitaria si fa sempre più difficile: l'odore che proviene dagli edifici crollati alimenta i timori di possibili epidemie. Nei villaggi la realtà non è più semplice: molte le persone, affamate e terrorizzate, costrette a dormire all'aria aperta. Sul posto sono giunte tonnellate di aiuti inviati da Giakarta, insieme a squadre mediche d'emergenza arrivate anche dal resto dell'Asia, oltre a finanziamenti stanziati da decine di Paesi, tra cui l'Italia. La Chiesa italiana parteciperà con un altro milione di euro, mentre Papa Benedetto XVI ha rivolto oggi una preghiera per le vittime. I soccorsi. Le operazioni di soccorso vanno a rilento per la carenza di macchinari adatti e i frequenti black-out. "Abbiamo bisogno di aiuto dall'estero. Servono squadre di soccorso: il problema principale è che ci sono ancora molte persone intrappolate nelle macerie'', ha detto il ministro della Sanità Siti Fadilah Supari. E proprio stamattina, sempre a Padang, due ragazze sono state estratte vive dalle macerie di un istituto scolastico, ridando speranza ai soccorritori frustrati dalla difficoltà delle operazioni. Le giovani, di 20 e 25 anni, hanno subito fratture alle gambe, ma non sono in pericolo di vita. Il conto dei dispersi è intanto salito a 3 mila persone, una cifra che potrebbe far quintuplicare l'attuale conteggio dei morti. Solo a Pariaman, una città di 87 mila abitanti a nord di Padang, funzionari locali riferiscono di 10 mila edifici distrutti. Emergenza nelle Filippine. Nel sud-est asiatico le catastrofi naturali non sembrano essersi però concluse. Pochi giorni fa le alluvioni causate dal passaggio della tempesta tropicale Ketsana hanno causato 293 vittime solo nelle Filippine, ed altre 132 fra Vietnam, Cambogia e Laos. Ma una nuova minaccia è attesa nelle Filippine per l'alba di domani: si tratta di Parma, un tifone ancora più potente del precedente. Di categoria 4 ma vicino alla 5 (la più distruttiva), si sta dirigendo verso l'isola di Luzon portando venti a 190 km/h e raffiche fino a 220 km/h. La presidentessa Gloria Arroyo - duramente criticata in patria per la mancanza di un piano di emergenza dopo i disastri di pochi giorni fa - stavolta ha disposto l'evacuazione dell'intera fascia costiera nord-orientale: oltre 80 mila famiglia sono state portate in rifugi appositi. (2 ottobre 2009 |
L'UNITA' per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.unita.it2009-10-02 Terremoto a Sumatra, 4000 persone sotto alle macerie Fino a 4000 persone sarebbero ancora sepolte sotto le macerie a seguito della forte scossa di terremoto di mercoledì a Sumatra, in Indonesia. Lo ha annunciato il coordinatore degli aiuti umanitari dell'Onu, El-Mostafa Benlamlih. "Stimiamo che da 3.000 a 4.000 persone siano ancora intrappolate sotto le macerie" ha affermato. Una stima confermata anche dal responsabile in Indonesia della Croce Rossa Internazionale, Bob McKerrow, che ha parlato di 4000 persone sepolte a seguito del suo tour nella città di Padang. Proprio a Padang in un albergo, l'Ambacang Hotel, le squadre di soccorso hanno trovato otto persone ancora vive sotto le rovine e stanno cercando di costruire un tunnel per tentarne il recupero. Nella stessa devastata città un uomo ha inviato un sms da sotto le macerie della sua casa, dove è intrappolato insieme alla moglie ma ancora vivo, informando suo padre a Giacarta, a 900 chilometri di distanza e facendo così partire un intervento di soccorso mirato. La marina Usa ha annunciato l'invio di urgenza di unità di soccorso alle Samoa americane, l'Indonesia e le Filippine, tre territori duramente colpiti dalle catastrofi naturali degli ultimi giorni. L'aiuto "significativo" - cinque aerei C-17 con personale, veicoli e viveri - è partito o già arrivato, ha annunciato l'ammiraglio Timothy Keating, comandante delle forze nell'area dell'Asia-Pacifico. Una fregata della Marina è egualmente sul posto con due elicotteri. Due navi anfibie navigano al largo di Manila mentre un aereo militare C-130 è atterrato con materiale di emergenza in Indonesia dove oltre 1.100 persone sono morte nel terremoto di mercoledì. 03 ottobre 2009
2009-10-02 Trema ancora Sumatra, migliaia sotto le macerie. Tsunami nel Pacifico, distrutte le Samoa La natura si è scatenata nel sud-est del mondo. Migliaia di persone sono morte e centinaia di migliaia hanno perso tutto negli ultimi cinque giorni tra l'arcipelago delle Samoa, in pieno oceano Pacifico, e l'isola di Sumatra affacciata sull'oceano Indiano. A colpire, in tragica successione, un tifone, uno tsunami ed un terremoto: è lungo una immaginaria linea rossa di oltre 9.500 chilometri che si legge la mappa delle devastazioni. Tutto era cominciato sabato scorso con il tifone Ketsana che aveva fatto centinaia di morti nelle Filippine per poi dirigersi verso Vietnam, Laos e Cambogia mietendo altre vittime e cancellando le case di centinaia di migliaia di sfollati. Ieri è stato lo tsunami a devastare le Samoa e Tonga. Ieri e stamattina all'alba è stato il terremoto a colpire Sumatra, l'isola più occidentale dell'Indonesia. Tra ieri e oggi in meno di 24 ore la terra ha tremato due volte nell'Anello di Fuoco, quell'immenso complesso di faglie che corre lungo le coste del Pacifico passando tanto per la California quanto per il Giappone. In Indonesia una scossa di magnitudo 7,6 Richter ha colpito la costa occidentale dell'isola indonesiana di Sumatra, con epicentro collocato in mare, circa 600 km a nord-ovest della città di Padang. Una seconda scossa di magnitudo 5,5 è stata registrata poco dopo. Geologicamente è la stessa area dello tsunami del 2004, generato dal più violento e devastante terremoto della storia. Il bilancio ancora provvisorio stimato dalle autorità locali supera le 1000 vittime, ma si teme che per il peggio. Le prime immagini che arrivano da Padang e Pariaman, le città più colpite, hanno mostrato palazzi crollati e migliaia di persone in fuga. Ieri sera un terremoto sul fondo del Pacifico (magnitudo 8,0 Richter, localizzato a 18 km. di profondità al largo delle Samoa) aveva scatenato lo tsunami: onde alte fino a otto metri si sono abbattute con indescrivibile violenza sulle isole Samoa e Tonga, nel Pacifico orientale. L'allerta era stata lanciata dalle Hawaii, ma i pochi che hanno ricevuto il messaggio di emergenza hanno avuto solo quattro minuti per cercare salvezza. Il bilancio ufficiale è, finora, di 113 morti. Ma ci sono villaggi di cui non si sa ancora nulla. E nel fine settimane era stato il tifone a seminare morte e distruzione tra le Filippine ed il sudest asiatico. Ketsana ha lasciato dietro di sè il pesante bilancio di 331 morti e almeno 230.000 senzatetto nelle Filippine, oltre a un danno economico stimato dalle autorità in quasi 68 milioni di euro. Un'emergenza che ha indotto il governo ad aprire persino il palazzo presidenziale per dare asilo agli sfollati. Arrivato ieri in Vietnam, Ketsana ha consegnato altre immagini di distruzione: abitazioni trascinate via dalla violenza dell'acqua e persone rifugiate sui tetti. La regione più colpita dal tifone, il più devastante degli ultimi 40 anni, è stata quella centrale, intorno alla città di Danang. L'evacuazione di 170.000 persone non è bastata a salvare 74 vite. E nella vicina Cambogia sono 11 le vittime finora accertate. Anchè lì, come in Laos, migliaia di sfollati. In nessuno dei luoghi colpiti dai disastri naturali, molti dei quali vicini a località turistiche, ci sono state per il momento vittime italiane, secondo quanto confermato dalla Farnesina. Ma ora una sottile paura si diffonde. Secondo alcuni geologi americani gli sconvolgimenti degli ultimi giorni si ripercuoteranno sull'equilibrio dell'intero sottosuolo terrestre. Sumatra si trova nel Pacifico all'interno del cosiddetto "anello di fuoco", dove è alta l'attività vulcanica e sismica. Un terremoto all'inizio di questo mese sull'isola di Giava aveva provocato 123 vittime. 01 ottobre 2009
Forti terremoti possono risvegliare faglie lontane Secondo alcuni ricercatori americani forti terremoti possono sensibilizzare faglie geologiche anche dall'altra parte del mondo. "I terremoti sono causati quando una faglia cede, o a causa di uno stress o per indebolimento spiega l'esperto di terremoti Takàaki Taira, prima ricercatore per la Carnegie Institution a Washington e ora all'Università della California a Berkeley. Il gruppo di ricercatori capeggiato da Taira ha analizzato venti anni di dati sismici dell'area di Parkfield appartenenti alla faglia di Sant'Andrea. Hanno notato delle aree di crepe riempiti di liquido lungo la faglia che sembrano spostarsi di tanto in tanto - spesso dopo terremoti molto distanti in linea geografica - come il terremoto che devastò Sumatra nel 2004. "Ipotizziamo che i cambiamenti notati a Parkfield possano accadere anche in altre parti del mondo" - dice Taira. Il suo team intende raccogliere dati da altre faglie per individuare analoghi fenomeni. I ricercatori indagheranno anche se è possibili individuare un impatto significativo sulla faglia di Parkfield dopo le violente scosse di terremoto che hanno devastato Samoa e l'isola di Sumatra. Per lo studio, il team di Taira ha usato un equipaggiamento doato di sismometri inseriti dentro la crosa terrestre per determinare impercettibili cambiamenti nelle onde di terremoto. Hanno notato che quando i livelli dei fluidi cambiano lungo le crepe della faglia, i terremoti che si ripetono nella zona diventano di minore intensità ma si ripetono più frequentemente - un segnale che la faglia si sta indebolendo. "Lo spostamento dei fluidi è solo di dieci metri a una profondità di circa tre chilometri, dunque servono sismografi estremamente sensibili per verificare i cambiamenti" dice Fenglin Niu della Rice University nel Texas, che ha partecipato allo studio. Il ricercatore afferma che il movimento del fluido nelle crepe sembra lubrificare la zona della faglia, indebolendola. Taira e colleghi ritengono che monitorare i fluidi che riempiono le crepe vicino ai confini della faglia potrebbe servire a predire quando le faglie si indeboliscono, in modo da prevedere possibili terremoti. I cambiamenti nella forza della faglia sono molto difficili da misurare rispetto ai cambiamenti dovuti a stress, specialmente nelle faglie che si trovano in profondità nella crosta terrestre. "Il nostro risultato fa intravedere interessanti possibilità per monitorare il rischio sismico e comprendere le cause dei terremoti", conclude Taira. 01 ottobre 2009 |
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